PapaCesena

La visita di Papa Francesco nella nostra diocesi il 1° ottobre scorso è stato un evento eccezionale.
Eccezionale nel senso di non comune per il suo significato ed il suo valore: per me come uomo, come cristiano e anche come sindaco di un comune di questo territorio e di questa diocesi.
L’incontro con il vicario di Cristo per me come cristiano è stato anzitutto un’opportunità straordinaria per rinnovare il senso di accoglienza e di amore, la percezione della paternità e della bontà di Dio che si “sporca le mani” dentro la storia e i problemi del suo popolo, andando a cercarlo dove vive per accoglierlo nel proprio abbraccio.
E, in questo senso, la figura di questo papa e la sua catechesi sono davvero un insegnamento e un pungolo costante e profondo, un continuo invito a riempirsi della misericordia di Dio per portare a nostra volta cuore, attenzione, energie verso il nostro prossimo, specie verso quello che più ha bisogno.
Ciò che mi ha molto colpito è stata la esemplare lezione di buona politica che Papa Francesco ha impartito nell’indimenticabile discorso in piazza del Popolo a Cesena, in cui ha ammonito ciascuno di noi a dare il proprio contributo non rimanendo affacciati al balcone a guardare cosa fanno gli altri e limitandosi a criticare o addirittura sperando che le cose vadano male.
A noi amministratori papa Francesco ha inoltre invitato a considerare nel nostro operato la politica come servizio a favore della comunità partendo dai  bisogni dei più umili e bisognosi e agendo per fortificare il rapporto e i legame fra le persone, nella logica, a me tanto caro, del noi.
Questo messaggio, che scuote la mia coscienza di credente, immediatamente diventa un richiamo alla mia opera di cittadino e alla mia responsabilità di sindaco.
Un richiamo ad occuparmi anzitutto delle periferie dell’umano, in cui si nasconde la sofferenza, la solitudine, l’insicurezza, l’impotenza, la povertà anche  dentro territori come i nostri che sono parte di aree tra le più ricche del pianeta. Mille sono i terreni operativi: l’accoglienza del diverso, il tema dell’ambiente (che in questi giorni è tornato all’attenzione in modo così perentorio e drammatico), la costruzione di una nuova socialità in questa epoca in cui tutto appare così vicino eppu re siamo così lontani tra noi.
L’arrivo del papa è stato dunque uno stimolo per me, e per tutti noi, a rimetterci in gioco. Grazie, dunque, Papa Francesco, per essere venuto e averci parlato indicandoci la strada. Grazie per la tua fedeltà ad un messaggio così semplice e così profondo. Grazie perché ci indichi ogni giorno la strada e come percorrerla.

di Massimo Bulbi